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01/02/2017

Rivolta dei Canuts

L'introduzione del telaio Jacquard nelle industrie della seta provocò violente reazioni degli operai nel 1819 a Vienna. Con la rivolta dei Canuts (canuts: operai delle manifatture della seta) si intende definire le due rivolte popolari di Lione (novembre 1831 e aprile 1834) contro lo sfruttamento e i salari da fame a cui erano costretti gli operai in genere e i setaioli in particolare.

http://ita.anarchopedia.org/rivolta_dei_Canuts

Contesto storico

Una delle conseguenze della rivoluzione industriale fu il progressivo abbondono della terra da parte dei contadini e il trasferimento di migliaia e migliaia di uomini e donne dalla campagna alle città, solleticati dalle promesse di un miglioramente del loro tenore di vita. Dietro queste promesse si nascondeva però la terribile realtà che li aspettava: fame, quartieri degradanti, sfruttamento, immoralità crescente, violenza sulle donne e sui bambini (aumento del numero delle nascite illegittime, dei bambini abbandonati e degli infanticidi) ed ubriachezza molesta. Padri, madri e bambini lavoravano nell’industria tessile dalle 13 alle 15 ore al giorno; tre quarti dei bambini morivano prima di diventare adulti. Per l’operaio della manifattura «vivere è non morire» [1], lo sciopero era vietato, il libretto operaio obbligatorio. Il povero era considerato immorale, brutto, sporco e cattivo, nonché pericoloso:

«I barbari che minacciano la società non vengono dal Caucaso né dalle steppe della Tartaria. Stanno nei sobborghi delle nostre città industriali» («Journal des Débats», 1831 [2].)

Contemporaneamente però, con la nascita del movimento operaio, sorse anche uno spirito nuovo, rivoluzionario, che intendeva non accettare questo stato di cose e si riprometteva di cambiarle (in Gran Bretagna è del 1810 lo slogan «Pane o sangue»). Fu questa la seconda rivolta dei "setaioli", dopo quella di Vienna del 1819, quando gli operai fecero sentire la propria voce contro l'introduzione di nuovi macchinari che, oltre ad essere alienanti, minacciavano seriamente il posto di lavoro di tanti operai e operaie. Molti di questi macchinari, in perfetto stile luddista, furono letteralmente distrutti dalla rabbia popolare.

A Lione, per due volte (1831 e 1834) questo nuovo spirito, non remissivo e non disposto più a chinare la testa, emerse fragorosamente al grido di «vivere lavorando o morire combattendo».

Prima insurrezione (1831)

Su alcuni drappi neri i canuts lionesi scrissero il loro proclama di lotta: «Vivere lavorando o morire combattendo»

Gli operai delle industrie della seta (si calcola che i tessitori – canuts - arrivarono ad essere contemporaneamente fino a 30.000.) risiedevano e lavoravano nel quartiere dei Traboules, caratterizzati da passaggi coperti, vie e piazze strettissime tra altissimi palazzi. Il 18 ottobre 1831 i canuts si rivolsero al prefetto del Rodano, Louis Bouvier-Dumolart, per ottenere salari più alti e la riduzione dell’orario giornaliero di lavoro. Naturalmente, grazie anche alla ipocrisia del prefetto che a parole si era dimostrato disponibile a fungere da intermediario con i proprietari, le richieste dei canuts furono respinte il 10 novembre 1831. In quell’occasione il presidente del consiglio Casimir Périer dichiarò: «Gli operai si devono mettere in testa che per loro non c’è altro rimedio che la pazienza e la rassegnazione» [2].

Categorie: TessituraRivoluzionaria
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